martedì 17 maggio 2016


La scuola procede, anche se a causa dello studio sono stanca, nervosa e irritata 24 ore su 24. Stressata fino alle dita dei piedi. Non vedo l'ora che finisca e arrivi questa fottuta estate.
Venerdì perlomeno avrò una serata di sfogo: ci sarà la festa del diciottesimo compleanno di una mia amica. Non sono mai stata ad un diciottesimo. In realtà non ho partecipato a moltissime feste. Perciò aspetto volentieri il fine settimana.
Sabato invece vado tutto il giorno da mia nonna; questo significa riascoltare per l'ennesima volta i racconti sui suoi ammiratori e sulle sue amiche invidiose, ma almeno prima di andare via mi ritroverò con una bella mancetta in tasca. Ti voglio bene nonna.

lunedì 25 aprile 2016

Le giornate non vengono ricordate

Nelle nostre menti, noi tutti conserviamo alcuni ricordi. Alcuni. Sarebbe impossibile memorizzare ogni giornata, dal momento in cui siamo nati.
Più o meno, penso che ci siano state altre due dozzine di giorni come questo, nella mia vita. Soltanto che non me li ricordo. Eppure a loro tempo, nel bel mezzo del loro corso, sembravano una catastrofe, insuperabili. Esattamente come oggi.
Quante volte piangiamo e pensiamo che mai più nulla si metterà a posto? Che non saremo mai più felici e che quello che ci è successo ci segnerà per sempre? 
Oddio, a me capita spesso. Ma sinceramente, pensando a qualche esempio, non me ne viene in mente nessuno. Dal qualche parte, alle mie spalle, esistono. Ma infondo, si vede che non erano una così tale strage come pensavo.
Perciò immagino che tra un anno, ma anche meno, questa giornata orribile non varrà più. Non ricorderò che il venticinque aprile 2016 ha fatto schifo.
Anzi, dato che lo sto scrivendo, immagino che sarà impossibile non ripensarci. Ma dato che non sto descrivendo i motivi, la Me del futuro non avrà altro che un ammasso di confusione in testa, leggendo queste righe.
Le giornate di merda non valgono un cazzo, questa è la mia conclusione. I problemi si risolvono sempre da soli, talvolta stupendoci. Le giornate negative davvero serie, quelle memorabili, sono ben poche. Quindi impariamo a fottercene un po' tutti.

domenica 17 aprile 2016

Mese intenso?

Siamo già a metà aprile e mi sono resa conto che in fondo non manca poi così tanto all'inizio dell'estate. Aprile e i mesi che lo precedono, mi sono piuttosto indifferenti. Frivoli,di veloce passaggio e non vi accade quasi mai nulla di rilevante.
Comunque, tornando a questo periodo in particolare, mi sento decisamente impegnata e stressata;

Cominciamo dal fatto che ho la gastrite e questo significa non mangiare niente di quello a cui ero largamente abituata. Il medico dell'ospedale mi ha fatto una lista di cibi vietati talmente lunga che, se fossi andata dal dietologo, probabilmente avrei sofferto di meno. Ma, se devo essere sincera, non mi da troppo fastidio mangiare sempre in bianco e rinunciare a dolci, fritti e latticini, perché così posso finalmente conseguire in modo continuato (e non a sbalzi come mia abitudine) quella dieta che da anni ormai mi trascino cercando di portare a termine. Non che io sia grassa, però ho quei fastidiosi 4 o 5 chiletti in più nei punti sbagliati che, frequentemente, mi buttano giù di morale quando mi trovo davanti allo specchio.

In secondo luogo, c'è la scuola. Io frequento la terza superiore di un istituto alberghiero e quest'anno vado fiera dei miei rendimenti. Non ho avuto alcuna insufficienza nel primo quadrimestre e, anche adesso che siamo a metà del secondo, mi trovo in buone condizioni. È il primo anno che vado così bene, ma chiaramente i buoni risultati derivano dallo studio e, in questo periodo, ne sono letteralmente sommersa. Devo ammettere che dopo tutti questi mesi sto un po' perdendo la voglia di stare sui libri, infatti resisto molto poco se parliamo di tempistiche. Comunque piano piano e con organizzazione dovrei terminare l'anno senza debiti. Perché è questo il mio obbiettivo. Non è che le discipline di studio mi importino un granché, semplicemente voglio levarmi il prima possibile la scuola di torno e assolutamente non voglio passare l'estate studiando. Voglio terminare la mia carriera scolastica non perché non piace la mia scuola o perché non mi trovo bene con i miei compagni, solamente sono stanca di studiare. Lo faccio perché devo, ma sono stanca. Perciò non ho proprio voglia di farmi bocciare o avere debiti, allungando così la mia pena in mezzo ai libri.


Mentre con Federico (è così che ho scelto di chiamarlo sul mio blog), ossia il mio fidanzato, prosegue a gonfie vele. Non litighiamo mai, se non per qualche insignificante bisticcio di vita quotidiana ogni tanto. Lui è innamorato perso di me e rende la mia vita una vera vita. Mi fa provare il brivido dell'esistere, dell'essere qualcosa di grande e importante. Con lui vivo attimi di vero infinito, dove non mi sento solo carne che respira su un pianeta che non sa darmi  risposta del motivo per cui mi trovo qui. È così che vorrei vivere ogni secondo della mia vita: col battito a mille, emozionata, energica. Federico ci riesce molto spesso. Queste sensazioni senza prezzo, le devo solo a lui. A fine mese compiamo un anno insieme e lui mi ha promesso una giornata speciale. Non vedo l'ora di sentirmi di nuovo al massimo.

sabato 16 aprile 2016

Le ragazze non fanno davvero amicizia

Ho ricontattato una ragazza con cui uscivo soprattutto un paio d'anni fa. Non è che mi mancasse o chissà cosa, è solo che mi annoiavo e non ho molti amici con cui uscire.
Dovevamo essere solo io e lei. Doveva intrattenere il mio sabato pomeriggio. Fatto che sta che quelle quattro ore sono diventate una vera sfida travestita e in codice. Come ogni uscita tra ragazze infondo. Oserei dire come ogni amicizia tra ragazze, in realtà.
Ovvero, quale umano di genere femminile non vuole apparire migliore di qualunque altra sua simile, senza però rendere troppo tangibile lo sforzo che ci si mette per apparire in questo stato?
Quella ragazza, mia coetanea (ossia diciassettenne), che qui posso chiamare Sara, è sempre stata migliore di me. È così ovvio che se ne renderebbe conto un neonato. Lei fa esattamente come ogni donna: vuole apparire migliore di chi le cammina affianco. Il punto è che, stando con me, in teoria non ci sarebbe alcun bisogno di sforzarsi tanto. Sara è bella, magra, intelligente, non passa inosservata, ha sempre dei bei vestiti, frequenta una scuola rispettabile, sembra avere sempre una vita emozionante, è fidanzata da 4 mesi,ha qualche intrigo in famiglia che rende la sua storia più interessante ed è la nemica-amica perfetta di ogni diciassettenne incasinata come me.
Io invece, che qui mi chiamo Naomi, sono abbastanza bella (quel abbastanza indica che ho raggiunto la sufficienza, ma non ho sfiorato nulla di più), non sono grassa (ossia non sono obesa, ma indosso quella nervosissima taglia M che inserisce ogni ragazza in un limbo tra magra e grassa), frequento una scuola professionale alberghiera (eh no, niente liceo consigliato dai professori delle scuole medie per la sottoscritta), sono fidanzata da un anno (unica gioia nella vita), i miei genitori non sono divorziati e nessuno ha mai abusato di me per cui non ho molte storie appassionanti da raccontare (ma di questo non mi lamento).
Dopo mesi che non la sentivo, ne la vedevo, Sara mi ha sbattuto in faccia la sua nuova vita fantastica (tra un effusione e l'altra) al fianco del suo nuovo fidanzato. L'unica goduria è stata scoprire che il suo ragazzo è terribilmente brutto. Tra brufoli, nasone schiacciato e occhialoni, mi ritrovo questo sgorbietto tra me e lei. Già, se lo è portato dietro alla nostra prima uscita dopo mesi.
Dopo la prima impressione fisica, piuttosto negativa, lo sgorbietto si è rivelato simpatico.
Fatto sta che tra un giro di parole e l'altro ci siamo ritrovati dall'altra parte della città, in un piazzale dove in questo periodo ogni anno viene allestito un luna park. Lì c'erano già il mio ragazzo e il suo migliore amico. Perciò la cosa si è trasformata in una sorta di uscita a coppie + 5° incomodo. Questo cosa ha comportato? La sfida a chi ha la vita migliore si è allargata ai nostri ragazzi, per cui eravamo due contro due.
In conclusione ha vinto lei. Per tutto il pomeriggio ammetto che mi sono sentita a disagio vicino al suo fisico magro, alla sua spigliatezza ed energia. Ha persino avuto un breve litigio con il suo ragazzo, che al contrario delle aspettative, le ha concesso un punto in più attirando la curiosità di tutti.
Tornata a casa, ho pensato tanto. Lo faccio sempre dopo una giornata del genere. Mi impongo: da oggi si cambia, dieta, più sorrisi, più simpatica. Ma rare volte ne sono usciti dei buoni risultati.